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Conoscere e salvaguardare il patrimonio idrico


L’indagine del Centro Indipendente Studi Alta Valle del Volturno (CISAV-APS), sviluppata nell’ambito del progetto “Sentieri di Acqua e Pietra”’ promosso dalla Direzione Regionale Musei del Molise e finanziato dalla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura attraverso il Programma MuSST#2 Patrimonio culturale e progetti di sviluppo locale, si propone di favorire la conoscenza e la salvaguardia del patrimonio idrico della Valle del Volturno, promuovendo un uso consapevole e responsabile delle acque.

L’obiettivo principale è quello di rilevare il punto di vista delle comunità locali, inducendo a riflettere sullo stato delle acque, sui ricordi e sulle esperienze legate ai fiumi, ai ruscelli, ai bacini, alle sorgenti, alle fontane… in una parola: il territorio!

Affinché diventino patrimonio comune è necessario prendersene cura, assumendo consapevolezza del loro stato di “salute” e condividendo strumenti e azioni comuni volti al contrasto di ogni forma di abuso e oltraggio.

L’indagine si propone attraverso un breve questionario semi-standardizzato, diffuso attraverso la Rete col metodo della web survey. È completamente anonimo e i dati raccolti sono elaborati ai soli fini della ricerca.

Partecipanti


All’indagine hanno partecipato 345 persone, un campione molto equilibrato sotto il profilo del genere: 169 femmine (49%) e 179 maschi (51%).

L’età media dei rispondenti è di 39 anni e si registra l’incidenza maggiore per la classe d’età compresa tra 26 e 35 anni (31,3%). Solo il 9,6% è minorenne, mentre tra i più adulti la partecipazione è stata molto significativa. Circa 1 su 4, infatti, ha un’età superiore ai 55 anni.

Pur essendo indirizzata in modo particolare agli abitanti della Valle del Volturno, il questionario è stato aperto a tutti e tutte, tanto che si contano 60 rispondenti residenti in altri comuni del Molise e 34 provenienti persino da altre regioni. Sono invece 251 gli abitanti della Valle del Volturno che hanno espresso il proprio punto di vista, il 38% dei quali è residente a Colli A Volturno, il 19% a Venafro, il 17% a Montaquila e il 7% a Cerro a Volturno. Su tutti gli altri paesi della Valle si contano meno di 15 rispondenti.

Conoscenze


La Valle del Volturno conserva un ricco patrimonio idrico, i cui elementi (sorgenti, fontane e manufatti) sono progressivamente caduti in disuso e dimenticati dalle comunità locali. Ciò si evince in modo immediato dalle risposte dei partecipanti all’indagine, tracciando una linea netta di demarcazione tra le conoscenze dei giovani e dei meno giovani. Se le fontane, per via della loro visibilità pubblica, rappresentano ancora dei punti di riferimento tangibili nei comuni (la maggior parte dei rispondenti dichiara di conoscerne più di 2), le sorgenti, di cui l’area in esame vanta una ricca presenza, sono da tempo inutilizzate e persino sconosciute. Dei 251 abitanti della Valle, 40 asseriscono con fermezza che nel proprio comune non ve n’è traccia, mentre altri 50 rispondenti ne ignorano l’esistenza.

Anche in merito alla presenza di opere e reperti storici legati all’uso delle acque si registra un grado di conoscenza non uniforme nei diversi comuni. In questi casi, però, non sono solo i più giovani ad averne minore consapevolezza. Osservando nello specifico il dato relativo alle fontane storiche (precedenti al 1900) o alle tracce di acquedotto romano, si evince un prospetto piuttosto allarmante. Come nel caso di Cerro al Volturno, dove solo un rispondente su 10 è a conoscenza dell’esistenza di resti dell’acquedotto romano, a Rocchetta a Volturno (1 rispondente su 3), a Colli A Volturno e Montaquila (2 su 3), oppure a Venafro (l’85%), nonostante l’assoluta rilevanza archeologica e monumentale che l’opera riveste per il territorio.

Stato delle acque


La percezione degli abitanti della Valle del Volturno rispetto allo stato complessivo in cui versa il patrimonio idrico locale è tendenzialmente negativa. Invitati ad esprimersi in merito a 4 indicatori generici (accessibilità, qualità delle acque, cura dell’ambiente circostante e libera fruizione pubblica), gli abitanti esprimono raramente un giudizio soddisfacente. La maggior parte sono concordi nel rilevare un discreto stato, in cui l’accessibilità e la cura dell’ambiente risultano particolarmente trascurati, a fronte di migliori performance della qualità percepita delle acque e la libera fruizione pubblica.

Quasi all’unanimità, gli abitanti della Valle del Volturno attribuiscono alle istituzioni competenti nella cura degli spazi e dei presidi idrici un giudizio particolarmente negativo. Rilevano infatti un eccesso di trascuratezza nella pulizia lungo le sponde di fiumi, laghi e bacini, una scarsa efficienza della rete di distribuzione delle acque ad uso domestico, poca manutenzione degli impianti di filtraggio e scarico e una quasi nulla attività di informazione e promozione della sostenibilità ambiente e dell’uso responsabile delle acque.

La media dei singoli indicatori per paese mostra che i problemi maggiormente percepiti riguardano il filtraggio e gli scarichi delle acque reflue e la pulizia lungo le sponde dei fiumi. Anche l’attività di informazione e promozione della sostenibilità ambientale e l’uso responsabile delle acque risulta essere particolarmente trascurata, mentre le migliori performance si registrano in merito all’efficienza della rete di distribuzione delle acque ad uso domestico. In questo caso, solo tra gli abitanti di Colli A Volturno si rileva in media un “pessimo” giudizio. Infatti, solo la metà dei rispondenti di questo comune dichiara di ricevere regolarmente l’acqua nelle proprie case.

Usi e consumi


Un rispondente su 3 beve generalmente acqua commerciale in bottiglie di plastica, uno su 4 acqua commerciale imbottigliata in loco e uno su 4 acqua del rubinetto. Nei comuni della Valle del Volturno, nonostante l’abbondanza di acque sorgive liberamente accessibili, gli abitanti preferiscono comunque acquistare acque imbottigliate. L’abitudine di riempire i vecchi fiaschi direttamente dalle sorgenti o dalle fontane pubbliche è caduta progressivamente in disuso, tanto che la maggior parte dei rispondenti afferma di usufruirne raramente o mai.

La stessa sorte è toccata alle zone balneari intorno a fiumi, ruscelli e laghi. La fruizione a scopi ludici, infatti, coinvolge in modo discontinuo una percentuale minimale del campione di questa indagine. Il dato risulta particolarmente significativo proprio per quei comuni che, oggi più che mai, esaltano gli elementi del proprio patrimonio idrico come mete attrattive per lo svago e il tempo libero. Sono da esempio Castel San Vincenzo, con un lago che nei giorni di picco delle vacanze estive arriva a contare migliaia di presenze, o Colli A Volturno, dove da anni è stato allestito un vasto parco fluviale. Nel primo caso, tra gli abitanti che hanno preso parte all’indagine non si contano frequentatori; nel secondo caso, solo poco più del 5% dichiara di usufruirne.

Il consumo domestico di acqua, al contempo, risulta particolarmente diversificato. Nonostante emergano deboli segnali relativo ad un uso responsabile e sostenibile, il consumo massivo e incondizionato risulta dominante. Meno un rispondente su 3 dichiara di aver dotato la propria abitazione di strumenti per il risparmio idrico e la salvaguardia delle acque. Una persona su 5 ha poi partecipato ad eventi ed iniziative pubbliche per la salvaguardia delle acque, mentre una su 3 si è frequentemente rivolta alle istituzioni (con reclami, diffide o segnalazioni) affinché intervenissero in tutela del patrimonio idrico locale.

Tra le buone prassi ricorrenti, invece, è opportuno evidenziare che al 37% dei rispondenti è capitato di pulire spontaneamente un tombino intasato, il 30% ha preso iniziativa nel ripulire e sfoltire la vegetazione che intasava l’accesso o il corso delle acque e il 73% ha raccolto rifiuti non propri nei pressi di fiumi, laghi o sorgenti.

Ricordi ed emozioni


Le acque rappresentano un elemento caratterizzante l’esperienza e i vissuti degli abitanti della Valle del Volturno. Alle fontane, alle sorgenti, piuttosto che ai fiumi o ai laghi, sono associate emozioni e ricordi impressi nella memoria, soprattutto degli individui più adulti. Sono coloro che hanno più voglia di raccontare, oltre che più ricordi da conservare e far rivivere nella coscienza collettiva dei luoghi. Ricordi di giochi e di amori, di affetti e di paure affiorano alla mente e segnano i legami, in via di dissoluzione, tra il nostalgico passato e il vivo presente. È su questo ponte che collega l’infanzia alla senilità che si sono concentrate puntualmente le ricerche del Centro Indipendente Studi Alta Valle del Volturno (CISAV-APS). Le testimonianze raccolte, la documentazione e le interviste sono consultabili sul sito www.acquaepietra.it.

“Acque e comunità nella Valle del Volturno”

a cura di Centro Indipendente Studi Alta Valle del Volturno (CISAV-APS)