Donne di Scapoli trasportano acqua dal pozzo in località Prato, anno 1957, foto fornita da Antonietta Caccia
Il territorio di Scapoli in passato poteva godere della presenza di numerosi pozzi privati, a cui erano ammessi ad attingere acqua anche altri cittadini prevalentemente legati ai proprietari da vincoli familiari o amicali stretti. Il pozzo di località Prato (sito nel lato nord di Scapoli, lungo la strada per Castelnuovo al Volturno) insieme a quello detto “Pəschèra”, di località Gammune (oggi nei pressi del campo sportivo) erano tra le principali fonti di approvvigionamento. “Pəschera” è un termine che indica il sito (e il modo) in cui si raccoglieva l’acqua da sorgenti di modesta portata per poterla utilizzare a fini irrigui per gli orti. In sostanza si trattava di una vasca di raccolta fatta con pietre e malta in cui talvolta si allevavano anche dei pesci di fiume. Altro termine è quello di pəscòlla, che indica qualunque piccolo avvallamento nel terreno o nell’alveo di un rio in cui si raccoglie e ristagna una modesta quantità di acqua.
Fonte Castiglione, Scapoli, foto di Vincenzo Ranieri Tomeo (2021)
La Fonte Castiglione è sita a monte della frazione Sodalarga, nel territorio del comune di Scapoli, sulla via Romana che conduce verso il confine con il comune di Colli a Volturno, dove si trova l’omonima frazione. Fu costruita nel 1955, data che è incisa nella pietra, al fine di consentire la raccolta dell’acqua agli abitanti del posto. Le donne erano solite, infatti, andarvi a raccogliere l’acqua con il tino o a lavare gli indumenti. È dotata anche di un abbeveratoio per gli animali: molti pastori locali vi conducevano le vacche ad abbeverarsi, dopo il pascolo sul vicino Monte San Paolo. Alcuni anni fa la fonte è stata oggetto di “valorizzazione” da parte del Comune di Scapoli che vi ha realizzato un’area picnic e una vasca di raccolta al servizio dell’area stessa. Fino agli inizi degli anni 2000, in occasione delle feste di Ferragosto e Lunedì dell’Angelo, era meta di numerosi ragazzi di Colli a Volturno e Scapoli per le tradizionali “scampagnate”. In queste occasioni, un vasto campo, presente poco più a valle della fonte, veniva utilizzato come rustico campo da calcio. Da alcuni anni è tornata a versare in uno stato di abbandono.
Fonte San Giovanni, Scapoli, foto di Vincenzo Ranieri Tomeo (2021)
La Fonte San Giovanni è posta a valle del rione omonimo ed è costruita nella fiancata della collina di Scapoli che guarda a nord-ovest. In passato, veniva utilizzata sia come fonte di approvvigionamento per uso potabile (l’acqua veniva raccolta dalle cannelle frontali) sia come lavatoio (le due terrazzine laterali). Quest’ultimo uso era riservato a tutte le stagioni, ma si riduceva nel periodo estivo, perché le donne di Scapoli centro, insieme a quelle provenienti dalla frazione Santa Caterina, andavano a lavare i panni prevalentemente al rio Molinello, dove l’acqua non scarseggiava. Infatti, d’estate si diminuiva di molto la portata d’acqua della fonte e, per prevenire lo spreco, le signore del posto raccontano che venivano inserite delle foglie ad otturare i fori delle cannelle. Gli anziani raccontano di come, durante le estati particolarmente asciutte e durante la cosiddetta “secca di settembre”, si doveva fare la fila per riempire i tini (in dialetto al femminile, “le tine”) che, a causa della lunga attesa, a volte venivano lasciati sul posto (qualcuno, per poter riconoscere il proprio, ci scriveva sopra il proprio nome) di modo che, chi ne ritirava una, poteva metterne un’altra sotto la cannella e così di seguito. I tempi di attesa nel periodo estivo si allungavano proprio a causa del lento fluire dell’acqua, spesso gocciolante. Le donne risalivano la strada della fonte con i tini in testa, di circa 23-25 litri l’uno. Per i giovani, la fonte era il luogo ideale per incontrare le ragazze.
Video intervista ad Antonia Izzi
Scapoli 14/10/2021