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Mappatura

Questa attività prevede la realizzazione di una mappatura del territorio della Valle del Volturno, in particolare dell’area lungo il fiume Volturno, volta ad identificare un ampio numero di emergenze naturalistiche ed antropiche legate e/o connesse all’acquedotto (fontane, centrale idroelettriche, cascate, aste fluviali, etc) che troveranno evidenza sul sito del progetto.

Nello specifico verranno evidenziate e integrate tre tipologie di mappe:

  1. mappa Sentiero di Acqua e Pietra – Il racconto delle comunità. “La mappa non è il territorio”, cita il noto principio di Alfred Korzybski (1933). E’ una rappresentazione sintetica di ciò che lo sguardo del realizzatore riesce a cogliere. Anche questa mappa risponde a questo principio: non intende essere esaustiva della ricchezza del patrimonio idrico della Valle del Volturno. Non è il risultato di un censimento delle acque, ma il racconto degli abitanti, il riflesso della comune esperienza e dei più personali ricordi. E’ il risultato, mai definitivo, di un percorso di ricerca condotto dal Centro Indipendente Studi Alta Valle del Volturno (CISAV-APS) nell’ambito del progetto “Sentieri di acqua e pietra”.
  2. mappa Sentiero di Acqua e Pietra – Camminare nell’Acqua e nella Pietra. Selezione di emergenze idriche collegate al sentiero che si snoda lungo il fiume Volturno e, in particolare, delle 6 Fontane della Memoria.

Il sentiero è strutturato in unica traccia principale che da Pizzone, attraverso i comuni di Castel San Vincenzo, Rocchetta a Volturno, Scapoli, Montaquila e Pozzilli, giunge a Venafro e poco oltre, fino al fiume Volturno, in prossimità dell’Oasi Naturalistica Le Mortine. Un’articolazione laterale, consente, poi, l’attraversamento, in questa porzione della Valle del Volturno, del corridoio di connessione ecologica tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e il Parco Nazionale del Matese. Dai territori di Monteroduni, in corrispondenza del “Ponte Venticinque Archi” si raggiungono, in sinistra idrografica, i comuni di Longano e poi quello di Castelpizzuto. Entrambi i sentieri sono caratterizzati, lungo il loro percorso, da numerosissimi aspetti naturalistico-ambientali, paesaggistici, storici, archeologici, urbanistici, architettonici e più ampiamente culturali. I sentieri sono stati descritti, contraddistinti e resi identificabili dalla presenza di bacheche narrative posizionate nei centri abitati di Castel San Vincenzo, Scapoli, Colli a Volturno, Montaquila e Monteroduni. Ulteriori bacheche sono state ubicate, lungo il sentiero, in corrispondenza di sei punti di ristoro idrico: la “Fontana alle Sorgenti” di Rocchetta a Volturno, “l’Abbeveratoio di Piana Vairano” a Castelnuovo a Volturno, la “Sorgente Acquabona” a Longano, la “Fontana del Borgo” a Castelpizzuto, la “Fontana Vecchia” a Pozzilli e la “Fontana delle Quattro Cannelle” a Venafro. Anch’esse corredate da una bacheca narrativa descrittiva dei luoghi, della loro storia, delle caratteristiche naturali e della dedica ad una vittima di mafia così come previsto dallo specifico intervento “Fontane della memoria” nell’ambito dello stesso progetto “Sentieri di Acqua e Pietra”.

Tutti gli aspetti progettuali e di valorizzazione dell’intero sentiero sono stati coordinati dal Direttore della Scuola Permanente di Educazione alla Sostenibilità di Castelpizzuto, Massimo Mancini, e condotti in collaborazione con le amministrazioni locali, con l’Associazione LIBERA ONLUS, con la Sezione di Isernia del CAI, con l’Associazione GEA di Monteroduni, con l’Associazione Pianeta Terra ONLUS di Venafro e per gli aspetti espositivi e grafici, con la Società CREATIVIN di Campobasso e la Società Cooperativa JustMÒ, impresa culturale e creativa di Campobasso.

3.     mappa L’acquedotto augusteo che mostra tratti ipogei, rilievo e documentazione storica, bibliografica e fotografica, per lo studio ed il rilievo dell’intero tracciato (superficiale) dell’Acquedotto di Venafro.

Di non facile individuazione sul territorio, ad esclusione di rari tratti epigei, è stato oggetto di ricerca, studio e documentazione iconografica. Gli esiti della ricerca, così come il rilievo dell’intero tracciato, sono confluiti in una mostra oggi esposta negli ambienti del Museo Nazionale di Castello Pandone a Venafro. Nella mappa, che in questa sede si propone, è possibile osservarne la segnalazione di alcune evidenze, l’antico percorso così come ipotizzato dagli studiosi che si sono avvicendati nella ricerca storica e archeologica e buona parte della storia che ne ha caratterizzato la costruzione, la funzione e la fruizione, fino agli eventi che ne hanno determinato l’interruzione e l’abbandono. Un vero e proprio monumento di straordinaria rilevanza archeologica che ha caratterizzato l’intera Valle del Volturno, dalle sue sorgenti fino al municipio romano di Venafro. Oggi, la sua conoscenza, consente di apprezzare da diversi punti di vista l’approccio alla visita dei territori che un tempo attraversava. Antichi tracciati di viabilità romana, terme, opifici, teatri e anfiteatri, epigrafi, luoghi di culto, tutti elementi insediativi, ognuno in qualche misura, connesso e/o dipendente dalla presenza dell’acquedotto. Sebbene non oggetto di questa indagine, così come quello che da Rocchetta a Volturno portava le acque a Venafro, hanno caratterizzato e resa riconoscibile la struttura insediativa dell’intera valle del Volturno, anche gli acquedotti romani di Isernia e di Monteroduni. Un complesso di opere di ingegneria idraulica la cui conoscenza, le loro relazioni con il territorio e le attuali evidenze archeologiche ne rendono ancora più affascinante la visita.

Il progetto riguardante l’acquedotto di Augusto è stato realizzato sotto la direzione di Lorenzo Ramacciato, società

Le 3 mappe, che offrono al lettore/lettrice e al camminatore/camminatrice diverse chiavi di lettura del territorio, si connettono nella identificazione di un sentiero che si sviluppa nella Valle del fiume Volturno e in corrispondenza, ove possibile, del tracciato dell’antico acquedotto augusteo di Venafro. Il sentiero è formato da un ramo principale ed uno secondario:

  • quello principale, che dal comune di Pizzone conduce al comune di Venafro attraverso Castel San Vincenzo, Rocchetta a Volturno, Scapoli, Colli a Volturno, Montaquila, Pozzilli e Venafro. Tale sentiero ripercorre e costeggia, in alcuni tratti, l’antico acquedotto augusteo di Venafro;
  • il secondo, parte dal comune di Monteroduni, staccandosi dal primo sentiero e, attraverso Longano, giunge a Castelpizzuto.

Entrambi i sentieri sono caratterizzati, lungo il loro tracciato, da numerosissimi aspetti naturalistici, ambientali, paesaggistici, storici, archeologici, urbanistici, architettonici e più ampiamente culturali. Oltre a tale caratteristica, i sentieri saranno contraddistinti, altresì, dalla presenza, presso sei ben identificati punti di ristoro idrico (fontane prevalentemente), di una specifica cartellonistica descrittiva dei luoghi e della loro storia.